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Scarpe con Carbonio: come scegliere? Quanto si migliora?

Alex Baldaccini • nov 30, 2023

Scopriamo il mondo delle carbon shoes, le scarpe da running con piastra in carbonio, per la maratona e non solo.

A cura di Alex Baldaccini, fisioterapista, coach e atleta della nazionale di corsa in montagna.


Negli ultimi anni è caduto ogni sorta di primato nell'atletica mondiale, partendo dalla maratona, fino alle distanza più brevi, record mondiali, continentali, nazionali, ma non solo ad alto livello, anche gli atleti amatori, più o meno veloci, sono riusciti ad infrangere i propri primati personali sulle distanze più disparate. Ormai è sotto gli occhi di tutti che il miglioramento delle prestazioni negli ultimi anni nella corsa di medio/lunga distanza sia da imputare in buona parte alle nuove tecnologie applicate alle scarpe da corsa. Spesso queste tecnologie vengono riassunte come il semplice inserimento di una piastra in carbonio nell'intersuola della scarpa, ma è davvero tutto qui? Ovviamente la realtà è molto più complessa, vediamo di orientarci al meglio in questo argomento.


Origine delle carbon shoes.

Le super shoes sono sbarcate sul mercato globale da pochissimi anni, ma la ricerca che sta dietro allo sviluppo di tali calzature parte da ben più lontano, già dai primi anni 2000 si trovano studi che analizzano la relazione fra economia di corsa e carbon plates e all'inizio i benefici che venivano rilevati erano nell'ordine dell'1%. Andando avanti con le ricerche si è arrivati fino al famoso 4% delle famosissime Nike Vaporfly 4%, grazie all'aggiunta di una piastra in carbonio curva (le prime erano piatte), ad un materiale dell'intersuola, il foam, più compliante e resiliente ed alla maggiore leggerezza del prodotto. Da notare come lo studio originario di Hoogkamer e colleghi¹, era sì stato eseguito con atleti di alto livello, ma a velocità di 14, 16 e 18km/h, quindi fattibili anche per molti amatori e si rilevava che il miglioramento dell'economia di corsa non era associato alla velocità. Inoltre gli autori concludevano con una frase quasi profetica (era il 2017), dicendo: "prevediamo che gli atleti d'elite correranno la maratona sotto le 2h con queste scarpe". Solo due anni dopo Kipchoge scrisse la storia con il progetto Ineos 1:59 Challenge a Vienna e presto succederà anche in una competizione ufficiale.


Quanto si migliora con il carbonio?

Non bisogna lasciarsi ingannare dal famoso 4%, che è riferito al miglioramento nell'economia di corsa, quindi non è un miglioramento diretto della prestazione. La relazione fra miglioramento dell'economia di corsa e miglioramento della velocità di corsa sembra non essere lineare, ovvero, come evidenziato nello studio di Kipp e colleghi², a velocità più basse sembra corrispondere un miglioramento maggiore nella prestazione, mentre più la velocità è alta, più il miglioramento decresce. Gli autori suggeriscono che per velocità inferiori agli 11km/h la percentuale di miglioramento della prestazione possa essere anche leggermente maggiore rispetto alla percentuale di miglioramento dell'economia di corsa, mentre per velocità maggiori il miglioramento prestativo percentuale sarà inferiore al miglioramento percentuale dell'economia di corsa. Facendo un esempio, supponendo che il miglioramento dell'economia di corsa sia del 4%, un maratoneta da 4h potrà migliorare anche più del 4% la sua prestazione finale, mentre un maratoneta da 2h03', migliorerà del 2/3%.


Caratteristiche della scarpa con piastra in carbonio.

Ci sono vari parametri che hanno dimostrato essere importanti per definire una scarpa con prestazioni ottimali. In particolare i principali fattori che la influenzano la risposta della scarpa sono:


curva della piastra: la carbon plate curva garantisce risultati migliori, si ipotizza sfruttando l'effetto cosiddetto teeter-totter, ovvero al fatto che imprimendo forza sull'avampiede si ottiene una spinta verso l'alto sul tallone;

lunghezza della piastra: una carbon plate a tutta lunghezza ha effetti positivi maggiori rispetto a piastre più corte posizionate solo in una zona della scarpa;

stiffness della pistra: la rigidità conferita alla scarpa deve essere contenuta entro determinati valori (100%-240% in più rispetto alle scarpe tradizionali), infatti il miglioramento dell'economia non è proporzionale alla rigidità ed anzi, si ipotizza che ogni atleta presenti una stiffness ottimale con la quale riesce a performare al meglio;

velocità di corsa: una meta analisi³ ha rilevato un miglioramento della running economy a velocità di corsa più elevate, questo potrebbe sembrare in contrasto con quanto detto sopra, ma significa invece che un atleta più veloce potrà avere un vantaggio maggiore nell'economia del gesto, che però non è correlata in maniera lineare con la prestazione, come esposto precedentemente;

peso della scarpa: se aggiungendo la piastra in carbonio andiamo ad appesantire la scarpa, il miglioramento nell'economia sarà inferiore o addirittura nullo;

materiale dell'intersuola: l'energia restituita dalle scarpe che adottano un'intersuola in PEBA è dell'87%, decisamente meglio delle intersuole in TPU (76%) e in EVA (66%);


Quale atleta trae beneficio dalla scarpa in carbonio?

Bisogna inoltre tenere in considerazione che mediamente le super shoes migliorano l'economia di corsa, ma questa media scaturisce dai dati rilevati su una serie di soggetti che rispondono più o meno bene a tali scarpe. Come spesso succede la risposta è molto soggettiva, avremo quindi atleti che risponderanno bene ed altri meno bene. Anche qui ci sono vari fattori soggettivi che possono influenzare la risposta:


peso dell'atleta: sembra che più l'atleta è pesante e meno risponda positivamente, o forse necessita solo di una scarpa con maggiore rigidità;

forza del polpaccio: sembra che una piastra troppo rigida richieda un maggior sforzo ai muscoli del polpaccio e quindi causi un aumento del costo metabolico della corsa, la forza del tricipite surale potrebbe dunque essere un possibile motivo per cui ogni atleta abbia una sua stiffness preferita;

appoggio del piede: anche la propensione all'atterraggio di tallone piuttosto che di mesopiede influenza la risposta della scarpa.


Non è ancora chiaro come molte caratteristiche dell'atleta, sia fisiche che biomeccaniche, vadano ad interagire con la calzatura. Ciò che sembra confermato è che correndo con scarpe con piastra di carbonio, il tempo di contatto al suolo risulti aumentato, così come la lunghezza di ogni passo. Questi due elementi combinati possono garantire una maggior propulsione, in particolare, a parità di velocità, il tempo di contatto al suolo più lungo consentirà ai muscoli del polpacci di contrarsi più lentamente e reclutando meno unità motorie, il che consente di risparmiare energia ma di ottenere la stessa propulsione. La falcata più lunga viene invece spiegata dall'effetto combinato della rigidità della scarpa in supporto al simultaneo lavoro dei muscoli del piede, che sosterranno le articolazioni metatarso-falangee e miglioreranno la fase di spinta in avanti.


Come scegliere la scarpa in carbonio.

La mia opinione è che per scegliere la scarpa più adatta sembra consigliabile orientarsi su calzature con una buona rigidità (ma non troppo alta), con una carbon plate curva ed a tutta lunghezza, con intersuola in materiale che garantisca un ritorno di energia ottimale ed un peso della calzatura più basso possibile.

Le scarpe con piastra di carbonio, migliorano l'economia di corsa e di conseguenza la prestazione, in una percentuale variabile. Non tutti gli atleti sembrano beneficiare delle super shoes, ma la maggior parte sì. Ogni atleta risponde al meglio ad un valore di stiffness specifico, quindi prova vari modelli nel corso del tempo. Allena la muscolatura del piede e del polpaccio, sarà in ogni caso cruciale per una propulsione ottimale, con o senza carbonio ai piedi.


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Bibliografia

¹ https://link.springer.com/article/10.1007/s40279-017-0811-2

² https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphys.2019.00079/full#F2

³ https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34369282

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